tinder ragazza

Incontri tra sconosciuti – Tinder: L’app che “unisce tutti”

Incontri tra sconosciuti: Tinder è l’App-mania del momento.

Un social network per incontri tra sconosciuti che mette in contatto le persone nelle vicinanze e permette connessioni ravvicinate al volo.

In inglese vuol dire più o meno fiammella, infatti la fiamma è il simbolo della app. Ma significa anche esca. In questo articolo si parla di Verità (un po’) scomode e riflessioni sulla app di incontri di cui tutti sanno ma pochi parlano. Gli iscritti a Tinder

sono ben: 50 milioni. Un numero non da poco sicuramente.

Come funziona

Ad oggi, con uno smartphone e una connessione possono proiettare le persone in pochi minuti nel mondo del “partner ideale”. Il suo funzionamento è semplice: si scarica la app, ci si registra con Google, Facebook o numero di telefono.

Una volta iscritti, una serie di immagini di potenziali spasimanti nelle vicinanze appaiono sullo schermo dello smartphone, inclusa una biografia, dove l’utente scrive qualcosa su di se che vuole sia letta dagli altri iscritti. Da qui si “scrolla” verso sinistra i ragazzi o le ragazze a cui non si è interessati e a destra quelli a cui si è interessati.

Se c’è un interesse comune, Tinder mette in comunicazione i due utenti.

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Ma il rischio è la dipendenza

Secondo una stima in media i follower di Tinder controllano l’applicazione 11 volte al giorno per sette minuti a volta, prova che genera non poca dipendenza. 

Tinder è recentemente finito in cima alla app che generano maggiore frustrazione, mentre l’eccessivo tempo richiesto e le poche soddisfazioni sembrano gradualmente allontanare gli utenti. La socialità via applicazione è però ancora viva e vegeta

Articolo pubblicato su Domani

L’impatto psicologico dell’uso di Tinder

Capire da un punto di vista pratico come funziona Tinder è dunque facile e immediato, ma come funziona Tinder da un punto di vista psicologico?

In un recente studio condotto sono stati indagati gli effetti che l’ utilizzo di Tinder sembrerebbe avere su vari temi.

Quali la soddisfazione corporea, la tendenza a confrontarsi e prevalere sugli altri, l’internalizzazione di determinati canoni estetici, il monitoraggio corporeo, ed autostima.

I risultati della ricerca hanno mostrato come coloro che usufruiscono dell’app riportino livelli di soddisfazione per il loro aspetto estetico minore, body shame più intensa e una maggiore tendenza all’auto-monitoraggio corporeo.

Infine, sembra essere presente una forte internalizzazione degli ideali estetici dettati dalla società e un confronto maggiore della loro apparenza fisica con quella altrui. Una particolarità riscontrata dallo studio riguarda l’autostima: sembrerebbe che l’uso di Tinder impatti di più in senso negativo sugli utenti di sesso maschile.

Caricare le proprie foto e la costante prospettiva di valutazione che ne deriva può condurre alla tendenza di monitorare spesso il corpo. Gli studiosi hanno infatti notato come questa applicazione tenda ad incoraggiare l’auto-oggettivazione della persona.

Con questo concetto si intende l’interiorizzazione di un punto di vista esterno che porta l’individuo a un aumento dei livelli di auto-monitoraggio sul proprio corpo. Tutto ciò, sarebbe anche causato dal modo in cui funziona Tinder. Poiché l’altro, tramite lo swiping, viene apprezzato o scartato basandosi interamente sulla mera apparenza fisica.

Gli studi hanno evidenziato come, da un lato, il ricevere apprezzamenti favorisca tendenze narcisistiche, dall’altro però il solo fatto di essere valutati e oggettivati porti gli individui a essere eccessivamente consapevoli del proprio corpo e questo possa sfociare in:

Gli uomini e le donne che utilizzano Tinder si sentirebbero in sostanza privati dei propri tratti individuali, delle proprie doti e competenze intellettuali, dei propri pregi e difetti in qualità di persone, concentrandosi infatti solo sugli aspetti sessuali della relazione.

Potrebbero inoltre essere più critici nei confronti del proprio corpo e adottare la convinzione che potrebbe esserci sempre qualcosa di meglio da cercare.

Questo a sua volta potrebbe diminuire la motivazione personale, la consapevolezza e il controllo sugli stati corporei interni (Strubel & Petrie).

In conclusione, l’attività specificatamente più dannosa legata alle dating app potrebbe essere quella di visualizzare e caricare le proprie foto cercando un feedback di approvazione dall’altro. Questo creerebbe una connessione tra Tinder e i più importanti Social Network, in cui si ritrovano le stesse tematiche di auto-oggettivazione e di monitoraggio estremo del corpo.

Esporre e caricare online il proprio corpo, potrebbe essere dunque il trigger che accomuna Facebook, Instagram etc. alle dating app e che allo stesso tempo provocherebbe una serie di meccanismi che porterebbero a un impoverimento del benessere psicologico dell’utente.

Certo è che il grosso del business ruota intorno al sesso facile.

Inutile negare che questa è la conferma di come la rete abbia rivoluzionato tutti gli aspetti della nostra vita

Compresa la sfera più intima dei sentimenti.

Mi sento però di concludere con un sorriso pensando che per quanto i Social ed il digitale siano penetrati in tutti gli aspetti della nostra vita, modificando le nostre abitudini in modo radicale e trascinandoci sempre più in un’epoca dell’apparenza. Ci sono comunque cose che ancora un algoritmo non è in grado di fare meglio di noi esseri umani.

Come la seduzione, la gentilezza, i gesti, i modi, i sentimenti e l’amore.

E anche come la scelta di una persona con cui fare sesso occasionale.


Articolo a cura di

Andrea Blossombox

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